Mi presento
sono Maria Giovanna, abito a Caserta, sposata, due figlie grandi.
Nel mio blog vi racconterò delle mie passioni, dei miei viaggi e diversi ricordi dell'infanzia.
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Napoli,
un rimpianto antico
che ha il sapore acre delle lacrime
si perde nel cielo e nel mare.
Ricordi intrisi di malinconia
affiorano lungo le tue sponde,
e mi rivedo bimba
in un caldo pomeriggio d’estate
sul lungomare di Mergellina
a contemplar estatica
il volo acrobatico degli alianti.
Mio padre mi tiene per mano
il dito rivolto al cielo
verso l’aliante che scende a picco sul mare.
La sua tenerezza mi pervade
come un fluido caldo
attraverso quella mano
che stringe forte la mia.
Io mi sento felice,
la vita è radiosa,
piena di promesse,
come un mattino di primavera.
Persa in tale reminescenza
mentre contemplo il mare,
nell’identico posto di quel meraviglioso.
giorno della mia infanzia,
mi accorgo che,
per un attimo,
il presente si è dissolto
nel passato
Cerco disperatamente di trattenere quel ricordo
ma è un vano tentare
presto la dolce visione
si dissolve
lasciando un’immane nostalgia nel cuore.
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Turchia:
il fascino dell'Oriente
Istanbul è un'affascinante città dove l’incanto dell’oriente convive meravigliosamente con la modernità dell’occidente. Un ponte sospeso sul Bosforo collega la parte europea con la parte asiatica della città, molto bello da vedere soprattutto di notte quando è illuminato.
Consiglio chiunque volesse recarsi ad Istanbul, per il weekend o per la visita di qualche giorno, di soggiornare nel quartiere Sultanahmet: è il centro storico della città dove sono concentrati i monumenti e le attrazioni di maggiore interesse come la Moschea Blu , Aya Sofia, la Cisterna Cattedrale, l’ippodromo. Tutti questi monumenti sono situati in una piazza enorme dove c’è tanto verde ed una grande fontana, illuminata di notte, che si trova di fronte alla Moschea Blu.
La piazza pullula di venditori ambulanti e turisti, vi si trovano anche bancarelle che vendono castagne e cibi locali, inoltre vi sono molte panchine dove ci si può tranquillamente riposare di fronte allo spettacolo della Moschea Blu e della fontana che, di notte, si accende di tanti colori.
Bellissimi gli interni della Moschea blu così chiamata per le magnifiche maioliche blu che rivestono le pareti,
incantevoli i lampadari circolari che formano splendidi cerchi di luce e le finestre con i vetri colorati. Per poter accedere nella Moschea le donne devono indossare il velo che due persone distribuiscono in un botteghino all’esterno della Moschea;
all’ingresso, poi, vi è una sala minuscola dove bisogna togliere le scarpe che vengono infilate in una busta e portate a mano fino all’uscita.
Mi ha messo subito di buonumore la presenza di un gatto all’interno della Moschea Aya Sofia
Lo sapete che in Turchia vi sono gatti ovunque? Una moltitudine infinita che sbuca da ogni via! Infatti i cultori della religione islamica amano e proteggono questo felino. Si racconta che lo stesso Maometto possedesse una gatta alla quale era molto legato perché lo aveva salvato da un serpente che gli era penetrato nella manica della tunica.
Siamo arrivati ad Istanbul dopo circa due ore di volo e all’aeroporto abbiamo trovato ad attenderci una signora col tipico velo avvolto intorno al capo. Dal pulmino che ci conduceva all’hotel mi sono fatta una prima idea di questa città e sono rimasta subito abbagliata dalla sua bellezza. Una piacevole euforia si è impadronita di me: non vedevo l’ora di cominciare questa mia avventura! Peccato che il tempo non era buono, pioveva e faceva piuttosto freddo mentre in Italia era ancora piena estate. Il giorno dopo abbiamo visitato con la guida tutti i monumenti del Sultanahmet e, poco distante, l’Orient Bazaar.Davvero belle le ceramiche turche, soprattutto le lanterne , avrei voluto comprare tante cose ma mi sono accontentata di qualche ricordino.
Nel primo pomeriggio siamo partiti alla volta di Ankara e nel lasciare Istanbul ci siamo profondamente meravigliati dell’enorme estensione della sua periferia. Dopo due ore di viaggio ancora stavamo attraversando la zona industriale di Istanbul! Il paesaggio fino ad Ankara è simile a quello italiano: pianure, colline e tanto verde; cambia improvvisamente nei pressi di Ankara per diventare arido e desertico. Il giorno dopo abbiamo attraversato in pulmann le strade e alcune piazze di Ankara, una di queste era veramente carina e coperta da una miriade di piccioni, avrei voluto fermarmi per fare qualche foto ma non ci hanno fatto scendere per visitare la città che, in quel momento, era invasa dalle auto dei gendarmi.
Sempre ad Ankara ci siamo limitati a vedere prima il museo delle civiltà anatoliche e poi il mausoleo dedicato ad Ataturk, il fondatore della repubblica turca, del quale la guida ci stava parlando con un’enfasi ed un’ammirazione che rasentava il fanatismo. Il tempo non era buono, continuava a piovere dal giorno prima e faceva freddo.
Aspettavo ansiosa di rimettermi in viaggio perché fremevo dal desiderio di vedere il Lago Salato e la Cappadocia. Sono rimasta molto delusa quando la guida ci ha preannunciato che il lago non si sarebbe presentato nel suo aspetto migliore perché aveva piovuto troppo. Finalmente siamo arrivati sul Lago che, nonostante le numerose pozzanghere, suscitava un grande fascino. Soffiava un vento fortissimo che sembrava volerci trascinare via, ciò nonostante mi sono inoltrata verso la zona più interna dell'enorme estensione di sale dove era meno intaccata dalle piogge e si presentava di un bianco abbagliante.
Siamo arrivati in Cappadocia quando, ormai, la sera aveva avvolto il magnifico paesaggio nelle tenebre. Dopo cena abbiamo partecipato ad una tipica serata danzante turca dove mi ha molto colpito il ballo rotante dei dervisci per il suo intenso significato spirituale e culturale. All’alba della mattina seguente era previsto il volo in mongolfiera ma il forte vento e la pioggia incessante lasciava molti dubbi sulla possibilità della sua realizzazione. Quella mattina ci siamo svegliati prestissimo, alle 5,30 eravamo già nella reception insieme agli altri compagni di viaggio quando abbiamo saputo, con estremo disappunto, che il giro non si poteva fare a causa delle condizioni metereologi che avverse. Siamo tornati estremamente contrariati nelle nostre camere: il giro in mongolfiera era saltato ed ormai non c’era più tempo per riprogrammarlo! Qualche ora dopo ci siamo rialzati e siamo andati a vedere i siti rupestri, caratteristici per le chiese e le abitazioni scavate nella roccia, e i camini delle fate nella valle di Goreme.
Quello di Goreme è senz’altro uno dei paesaggi più insoliti che si possa immaginare con quelle rocce, i camini delle fate, di una forma talmente bizzarra e varia da conferire un aspetto quasi metafisico al paesaggio. Sembrava di stare su un altro pianeta! In quello scenario ultraterreno ho alzato la mia lode e la mia fervida preghiera al Signore perché mi sono sentita molto vicina a Lui. Purtroppo la visita è stata breve: il profondo coinvolgimento spirituale che da tanto tempo agognavo si è dissolto nel giro di qualche ora! Che peccato! Purtroppo i tour organizzati ti vincolano alle loro regole alle quali, volenti o nolenti, bisogna uniformarsi.
Dopo abbiamo visitato la città sotterranea, prima però la guida ci ha avvisato che l’escursione non era adatta a coloro che soffrivano di problemi di respirazione perché si scendeva di almeno quattro livelli sotto terra e durante il cammino non c’era la possibilità di tornare indietro. Devo riconoscere che le parole della guida hanno intimorito un po’ tutti ma all’atto pratico l’escursione non è stata poi così terribile. Certo è stata difficoltosa perchè dovevamo camminare curvi in un passaggio molto basso e stretto e man mano che avanzavamo sembrava che venisse a mancare l’aria, ma forse era solo autosuggestione.
Il mattino dopo , con mio profondo rammarico, abbiamo lasciato la Cappadocia per un altro lunghissimo viaggio che si sarebbe concluso in serata. Ero convinta che la tappa più bella del viaggio l’avessimo lasciata e la steppa anatolica che stavamo attraversando rafforzava la mia convinzione. Ma mi sbagliavo. Quel giorno erano previste due tappe: la prima a Sulthanani per vedere il Caravanserraglio, un edificio che risale al 1200 fatto costruire dai sultani per ospitare le carovane durante i loro spostamenti commerciali. La seconda a Konia, dove abbiamo visitato il Museo e la Moschea dedicati a Rumi Mevlana, il fondatore del Sufismo.
Konia
Parlerò più ampiamente del Sufismo nel video che segue
Prima del calar della sera siamo arrivati nei pressi di Pammukale, di fronte a noi si stagliava il magnifico paesaggio della collina ricoperta di calcare che, col suo manto di un bianco abbagliante, rischiarava le prime ombre serali. La guida ci ha informato che l’albergo dove eravamo diretti era dotato di piscine termali all’aperto nelle quali ci si poteva tuffare anche a notte fonda. Memori delle fredde temperature che ci avevano accompagnato fino ad allora ci chiedevamo come fosse possibile fare il bagno all’aperto, ma quando siamo scesi dal pullman abbiamo constatato con molto piacere che il clima lì era molto più dolce. Siamo saliti in camera, abbiamo indossato il costume e l’accappatoio dato in dotazione dall’hotel e siamo andati alle piscine. Alcuni nostri compagni di viaggio erano già nelle piscine visibilmente soddisfatti ed è stato piacevolissimo immergerci nel tepore avvolgente dell’acqua. Eravamo circondati da un idilliaco ambiente naturale, lontani dalle città e dal traffico, immersi nella più totale quiete, e dal bozzolo caldo di quelle acque purificatrici guardavamo la luna alta nel cielo. Davvero indimenticabile quest’esperienza!
Pammukale
Dopo abbiamo visitato la città sotterranea, prima però la guida ci ha avvisato che l’escursione non era adatta a coloro che soffrivano di problemi di respirazione perché si scendeva di almeno quattro livelli sotto terra e durante il cammino non c’era la possibilità di tornare indietro. Devo riconoscere che le parole della guida hanno intimorito un po’ tutti ma all’atto pratico l’escursione non è stata poi così terribile. Certo è stata difficoltosa perchè dovevamo camminare curvi in un passaggio molto basso e stretto e man mano che avanzavamo sembrava che venisse a mancare l’aria, ma forse era solo autosuggestione.
Il mattino dopo , con mio profondo rammarico, abbiamo lasciato la Cappadocia per un altro lunghissimo viaggio che si sarebbe concluso in serata. Ero convinta che la tappa più bella del viaggio l’avessimo lasciata e la steppa anatolica che stavamo attraversando rafforzava la mia convinzione. Ma mi sbagliavo. Quel giorno erano previste due tappe: la prima a Sulthanani per vedere il Caravanserraglio, un edificio che risale al 1200 fatto costruire dai sultani per ospitare le carovane durante i loro spostamenti commerciali. La seconda a Konia, dove abbiamo visitato il Museo e la Moschea dedicati a Rumi Mevlana, il fondatore del Sufismo.
Konia
Parlerò più ampiamente del Sufismo nel video che segue
Prima del calar della sera siamo arrivati nei pressi di Pammukale, di fronte a noi si stagliava il magnifico paesaggio della collina ricoperta di calcare che, col suo manto di un bianco abbagliante, rischiarava le prime ombre serali. La guida ci ha informato che l’albergo dove eravamo diretti era dotato di piscine termali all’aperto nelle quali ci si poteva tuffare anche a notte fonda. Memori delle fredde temperature che ci avevano accompagnato fino ad allora ci chiedevamo come fosse possibile fare il bagno all’aperto, ma quando siamo scesi dal pullman abbiamo constatato con molto piacere che il clima lì era molto più dolce. Siamo saliti in camera, abbiamo indossato il costume e l’accappatoio dato in dotazione dall’hotel e siamo andati alle piscine. Alcuni nostri compagni di viaggio erano già nelle piscine visibilmente soddisfatti ed è stato piacevolissimo immergerci nel tepore avvolgente dell’acqua. Eravamo circondati da un idilliaco ambiente naturale, lontani dalle città e dal traffico, immersi nella più totale quiete, e dal bozzolo caldo di quelle acque purificatrici guardavamo la luna alta nel cielo. Davvero indimenticabile quest’esperienza!
Pammukale